Sorrento Terrace
I gomiti alla ringhiera, stavano,
il resto di te tra le onde della sera,
nel vento i veli che ti coprivano.
L’ immagine che sfuggiva adesso è ferma.
di spalle.
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No title
Cosa vedi nello specchio?
i tuoi capelli , o le carezze di chi li ama?
quella solita luce negli occhi, o il riflesso di altri occhi?
e la bocca e’ la stessa che canta le canzoni e che bacia?
il mare e’ ancora li’ , come lo hai lasciato ,con il suo odore ed il tuo
sasso …Qui il mio mondo continua a rovinare se stesso,
insensibile alla tua assenza
ma la vita e’ cosi’ dolce, con chi ne percepisce l’odore…
e il dolore e’ necessaria palestra.
Il tuo viso ?
Il mio viso?
cosa vedi nello specchio? |
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No title
Ancora rise
piantò le unghie
sulla pelle tirata
sudata felice
mossa e fermata
goduta e sfinita. |
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No titleLei disegnò spirali d’acqua
elegante artista
sinuosità da vetro appannato,
intorno rumor d’ovatta
stanze opache di carta
tremuli lumi come cornici
estati argentee appese
niente caffè fumanti ad aspettare
zuccheri e palati ben disposti
alternando frasi ai piccoli sorsi
amaro
pigro
perso
ero come la poltrona
stanco e polveroso
attesa pura. |
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Cristina
Cara, snocciola nel tuo rosario
non preghiere ma ricordi nudi
servono meglio la vita questi
quelli ne consolano malamente il vuoto.
Seppure di brividi impoverito
tieni accanto alle dita il fiore
è li il senso dell’attesa che cerchi
li tra le gocce d’ambrosia scorrono le ore
Poi, sul finire della giornata
conta le bottiglie di vita che hai in cantina
non aprirle, le berremo insieme
seduti sullo scoglio in costruzione. |
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No title
Tra quei rami familiari
che anche solo a memoria,
nero su nero e luna australe,
riesco a vedere
come la pelle che seta
pur non è ma pare
accoglie in disarmo
le perle di sudore
da preservare
all’oblio di chi
mai le assaporò
potendo cosi tacerne. |
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San Francisco
Era un busto di marmo
la tua visione etica
io ladruncolo e giullare
cosa potevo offrire
se non un altro me
dignitoso e falso
come il resto del mondo? |
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Paris
Orsay
Quando tra le mani, pensieri e capelli
accenti disperati, qualche gelatina,
un ingrandimento in seppia e tarme,
persero la partita cadendo forte e definitivamente
nell’anno che apparve la prima palma
in questa città di colle e palude
mentre le nebbie tinte di riverberi
ronzanti e giallo elettrici
abbracciavano le rose chiuse e me
io sfuggendo a quella mano, a quell’artiglio,
girando su me stesso, accelerando il passo
mentendo a tutti, paesaggio e luna,
districandomi tra graffi e noie
persi con loro qualcosa
che ancora oggi non so.
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Lucca
Pensa alle tue ore, amico mio
lascia perdere gli squali:
guarda quella nube chiara
in fase di decollo
pare un dio estivo
che alita sul mattino
poi, lasciati scivolare
tra i tralicci colorati
posti in fila indiana,
nei rumori mischiati
fusi in frequenze gravi
da tenebra sonora.
Appena sceso in mezzo a noi
ascolta ogni odore,
discernendone se puoi
toni e provenienze
senza che vinca il banale:
“è asfalto bagnato”.
Io è da un pò che sono qui
disintegrato da legami tribali
non più probabile audience,
per questo attendo te e altri
tra queste seggiole di legno
perfetta platea da scrivere.
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Biarritz |
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Friedrichshafen |
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Milano
(Standing Ovation) |
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Rio Lagartos
Mexico |
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La Greca
Si accende
la lucciola nera
in un giorno morto
e ho una busta
e pane dentro
davanti al paradiso
davanti al mare
nessuno che guarda
tutti se ne vanno
a mangiare.
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Nudo
(Smile)
Nel cerchio d’erba stirata
dai passi di magre fanciulle
il frastuono insopportabile
di tutto ciò che adesso tace
ha l’odore di un oggi sbiadito
che non conosce altre strade
oltre a quelle di polvere
nella campagna dietro casa
e mi ricordo in uno specchio
senza barba da rasare
tra quelle nuvole di profumo
e resine fuori dalla finestra
ognuno stava al posto suo
attore o quinta nella scena
ad attendere quell’attimo
che alla vita non da senso
e nemmeno appuntamenti. |
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Claudia
Nell aria salmastra della tua soffitta
sepolti dal profumo delle siepi di mare
martoriati da lenzuola di carta abrasiva;
le finestre serrate sul cielo inquinato
chiudevano al resto una doppia armonia.
Chopin suonava il suo piano
tingeva le gocce sui vetri, d’arancio
andammo, attenti al suo tempo
scivolando puliti nel nulla,
nel vuoto dei vuoti virtuosi. |
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Cecilia
L’anima non si mette in moto a spinta.
Lasciala sopita dove sa stare,
lei, più in dentro, ovattata, protetta;
sopravvivi e non farglielo pesare.
Le due spire corrono insieme ma distanti.
Bello fosse unica l’elicoidale;
Le delizie (sue vendette) inibiscono,
i tarpati gabbiani da discarica della buona volontà.
Visibili , tangibili, raggiungibili e inutili dormienti.
Tu comunque vago se pure ostinato,
stupito dai fruscii di ali e piume,
resti, a misurare il mormorio tra i denti. |
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Vinicio CaposselaArtista |
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Cristina GozziniArtista |
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Andrea DamiArtista |
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The rose
Ho nella mazzetta
ogni sfumatura di grigio,
tutte le ho indossate
e per gusto mio privato
ho uniformato a pennello
cielo, terra e ogni intorno
tangibile o frutto del sonno,
del medesimo strato di noia.
Tu brava a sentire
ogni attimo di non amore,
come fosse merce introvabile
ed io il solo concessionario,
tu declini lacrime come verbi
in mille variabili dolorose
E doni sensi di colpa, gentili
di vivace colore, al profumo di rosa. |
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Umber
Si
qualcosa mi gira attorno
polvere polvere polvere
pronunciata con toni magistrali
da retore consumato
quale è
questa trottola che mi gira intorno
questo senso di colpa adesivo
insensibile all’aura mia
buona ma unta
insiste
si
qualcosa mi gira intorno. |
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Alghero |
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