Quando leggiamo un romanzo ambientato nel mondo antico, di norma la trama è incentrata su una guerra combattuta dai Greci o dai Romani, e la storia viene raccontata dal loro punto di vista. Gli scrittori più onesti mettono in chiaro che nessuno dei due popoli era uno stinco di santo, ma anche in quel caso il lettore viene portato a tifare per loro, e gli avversari rimangono comunque in secondo piano.
E’ per questo che sono rimasto piacevolmente sorpreso da Il flagello di Roma di Michele Gazo: perché racconta una guerra tra Galli e Romani dal punto di vista dei barbari.
Nel 390 a.C. i Galli attaccano Clusio, una città etrusca alleata con Roma: di conseguenza, i Romani chiedono e ottengono un incontro diplomatico con il re dei Galli.
Nel corso di questo colloquio l’ambasciatore romano uccide il re barbaro a tradimento per poi tornare in patria. I Galli chiedono…
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