Di Immacolata Leone
Se ci pensiamo bene 20 anni di malgoverno sono veramente tanti.
1/3 di vita di un lavoratore?
Un/una giovane di 30 anni che si appresta nel mondo del lavoro, e non avendo le spalle “coperte” inizia a fare gavetta. gavetta e ancora gavetta.
Arrivano contratti co.co.co , chicchiricchichì , cuccuruccù e quanti altri.
Poi arriva il contratto “a progetto” vergognoso baluardo del governo con il quale si è retto il paese per anni. Poi un bel giorno il contratto a progetto cessa di esistere. non c’è più posto non ci sono soldi , è la spending review (spending che?), non ha diritto neanche alla disoccupazione è solo un ex numero a progetto, lo stato lo consente.!. Il ns giovane uomo che giovane non lo è più si ritrova ad un’età in cui è troppo vecchio per essere assunto o “preso” da qualche azienda.
Ecco 20 anni di malgoverno secondo me hanno rovinato non una ma due generazioni . Nella prima c’è il giovane, diventato vecchio, il quale, secondo la società, non ha più niente da dare e quindi destinato ad una vita di stenti.
Nella seconda i figli che , anche se bravissimi e studiosi, sono destinati a rimanere pezzenti.
Io credo che il problema della storia dell’uomo è che non porta da nessuna parte se non verso la morte sicura dell’individuo e che questa è una cosa brutta e monotona,
una semplice questione di nettezza urbana.
“C’ERA UN TEMPO in cui se ti chiedevano da grande cosa vuoi fare rispondevi che magari avresti fatto il medico o l’insegnante ma che avevi tanto tempo per pensarci e che volevi pensare solo a giocare.
Oggi siamo sicuri di volerlo chiedere ai nostri figli?
Cosa gli possiamo dire, studia e siccome mamma e papà non sono ministri, non sono amici di amici di ministri ne segretari o camerieri di personalità ma ex borghesi diventati precari e disoccupati,
molto probabilmente diventerai precario anche tu e se ti va peggio sarai disoccupato cronico e ti verrà la depressione, prenderai ansiolitici a avrai una vita miserabile.
Il riscatto sociale non esisterà più come un tempo anche se sei un genio bravissimo non potrai andare a studiare all’estero come desidereresti perchè i tuoi genitori non ne hanno per sopravvivere”.
Solo un commento: la classe di “professorini di economia” e ministri che ci predicano flessibilità, licenziamenti facili, meritocrazia (di facciata, poi raccomandazioni dei figli), appartiene ad una generazione che ha permesso ai loro padri usciti con le pezze ar culo – come l’Italia – dalla guerra di farli studiare, di farli crescere, grazie a quelle politiche di certezza del posto di lavoro e di spesa sociale che loro vogliono negare alle future generazioni.
Immacolata Leone
Imma, l’autrice di questo post ha colto perfettamente il senso di ciò che sta accadendo in questo paese: la criminalizzazione dell’iniziativa privata, del merito e dell’impegno… In favore di una società in cui il privilegio e’ dovuto , reiterato, e si evolve in termini di associazione partitica, nepotismo e favoritismo.
Un aristocrazia mafiosa, ma che opera a norma di legge (legge che viene modificata se poco aderente alle necessità della casta).
Incredibile come l’inerzia delle vittime ( gli italiani) o forse il loro stesso egoismo, faccia accettare questo stato di cose,Quasi che quella di parassita privilegiato sia la condizione a cui aspirare, come se la furbizia (termine vergognoso, che giustifica la piramidalità camorristica) fosse il valore da passare ai propri figli.
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