All images were taken between April and August of 2014 |
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I miei prati |
Lucca
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C’e un mucchietto d’etere si dilata |
Lucca
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Uccidere vorrei Tremo e non dormo |
Repubblica di San Marino
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Aria di Maggio sdraia il sole |
Pistoia
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Bello ascoltare il gelo |
Repubblica di San Marino
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Si cheta l’ansia intorno il rumore Un bacio |
Riccione |
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Non so se il mio sudore adesso piove Ed io idiota urlo |
Gradara
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inutilmente direbbe lei |
Riccione
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Azzurro tenero pare aria Vinci tutto e fai sparire |
Pistoia
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Studio e sintetizzo le regole del sentire Non capisco, quindi sevizio ogni prologo al sereno Capisco? Non capisco le meccaniche sociali |
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Ama di me ogni bel verso
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Florence, Uffizi Museum
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Cerco di te Il lieve sentire Il senso profondo |
Florence Uffizi Museum
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e come vedi come ti provai come ti dissi questo sono e da ciò che ho intorno e ignoro (come sempre) di me saprai |
Florence, Uffizi Museum
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Tempi insipidi Colpa mia abbraccialo Io nell’angolo che non vedi, |
Tirana (Albania)
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Alla mano morta e sudata alla voce sgraziata all’amor mai vissuto alle voci che riempiono i fogli canto il suo dire sgualcito |
Tirana (Albania)
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Sarebbe stato un angelo si, somigliava ad un sole |
Tirana (Albania)
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Ho aspirato in te |
Repubblica di San Marino
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Puoi strillare |
Lucca
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L’abito di garza e rabbia |
Lucca |
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Spento il terminale |
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Qualcuno a volte indica Questo è il mondo futile E io stupido |
Barcellona
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Vo nell’ odore |
Barcellona
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Come le tue mani |
Tirana
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E se pure sto morendo in questa stanza I vermi |
Pistoia
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Testo critico su Instagrammatica di Monica Boghi
Viviamo in un contesto dove il tempo non esiste perché siamo costretti a usarlo per risolvere incombenze e obblighi dettati da un ordine prestabilito, con la conseguenza che quello che rimane della nostra vita è la perdita purtroppo quasi inconsapevole della libertà d’essere e d’azione. Ormai la nostra società ha disimparato ad accettare il corso delle cose, a rispettarlo e viverlo nella sua naturale bellezza, in quanto prevale la fissazione di sentirci padroni di noi stessi. Ma lo siamo davvero o siamo invece sottoposti al volere del potere politico che ci manipola a seconda delle sue convenienze? Il continuo confronto critico con la quotidianità fa scaturire profonde riflessioni sul mondo contemporaneo e Fabio Cappellini sente l’esigenza di analizzare certi aspetti che lo colpiscono e lo sconvolgono, di veicolarli e di comunicarli in maniera incisiva e significativa con diverse modalità espressive, quelle che ritiene più idonee a questo scopo. E’ la curiosità che lo smuove e che lo porta ad immortalare con il semplice scatto della fotografia tutto ciò che fa esplodere in lui la sua Con la bramosia di un collezionista si aggira inquieto per rubare l’anima delle cose e renderle presenze eterne sulla pellicola fotografica nonostante la loro fugacità, ossia l’essere stati attimi irripetibili. I suoi lavori nascono da una combinazione tra casualità e attenzione dove a volte, come nel progetto Locations dell’anima, prevale l’istinto e ritrova una sorta di serenità in quei particolari architettonici, naturali o umani, e in quei frammenti di situazioni che costituiscono il suo quotidiano; mentre altre volte, per portare avanti un’idea, si limita a isolarsi ed a osservare dall’esterno, come nel progetto Instagrammatica, in cui emergono molti accostamenti interessanti dove pochi elementi saltano subito all’occhio come se fossero decontestualizzati, permettendoci quindi di interrogarci su alcune questioni: il rapporto tra umanità e natura, l’uomo e la sua presenza nel mondo, la contrapposizione tra ciò che è puramente materiale e quello invece che pur invisibile si percepisce, come il passare del tempo, gli stati d’animo, certe condizioni sociali, la comunicazione o meglio, in questo caso, la mancanza di comunicazione. La prima fotografia con cui Fabio Cappellini inizia la serie in questione è quella che realizza al Museo degli Uffizi, nella stanza dedicata a Leonardo, in cui ritrae in primo piano un signore nell’ingegnosa operazione di farsi un selfie tra la massa di gente, cercando la posizione migliore non per ammirare i capolavori artistici, ma per apparire meglio nella propria foto ricordo destinata probabilmente ad essere pubblicata sul profilo personale di facebook. Sembra di essere arrivati a un punto di non ritorno in cui siamo completamente circondati dal valore estetico delle immagini e dalla logica imperante della comunicazione istantanea che ha il potere di ridurre qualsiasi nostro pensiero, azione ed emozione in codici numerici da inserire nell’interspazio Le previsioni catastrofiche sul controllo sociale di massa preannunciate da Orwell si sono avverate in quanto la facilità con cui l’informazione filtrata ci arriva, ci induce sempre di più a dipendere I nostri sforzi sono ormai incanalati nella creazione di avatar personali che prendono il nostro posto nell’infinita rete sociale dove la frase, l’immagine o il link che si condivide diventano gli unici parametri di giudizio per conoscere una persona. I potenti mezzi di comunicazione non servono ad altro se non a diffondere il finto mondo da loro stessi Prevale quindi la terribile logica dell’apparire per la quale si assumono certe sembianze unicamente per Osservando queste scene ci rendiamo conto che la tendenza ad essere visti, raggiunti e contattati in ogni Le fotografie di Fabio Cappellini ottenute con la spontaneità e la sincerità con cui guarda il mondo in cui vive hanno la forza di comunicare esattamente queste condizioni umane e sociali. |